Abitare le citt脿 - DEASS
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Lo scorso 31 marzo, sul quotidiano 鈥淟a Regione鈥 猫 apparso un articolo di approfondimento di Cristina Pinho sul tema delle disdette-vendita, del caroaffitti e della piattaformizzazione in atto sul mercato immobiliare. Interlocutore privilegiato per riflettere su questo tema 猫 stato Spartaco Greppi, economista e Professore in sicurezza sociale e sistemi di welfare, gi脿 Responsabile Centro competenze lavoro, welfare e societ脿 (CLWS) al DEASS 精东影业.
Il tema della casa, cos矛 come quello delle trasformazioni urbane, interroga da vicino il lavoro socioeducativo, poich茅 sollecita due dimensioni fondamentali: quella della propria abitazione, la quale reca con s茅 una dimensione connessa alla propria identit脿, al percorso di crescita e alla soggettivazione in quanto adulto (l鈥檜scita dal nucleo familiare e la possibilit脿 dell鈥檃vvio di una propria realt脿 abitativa 鈥渟celta鈥 e non 鈥渟ubita鈥 per nascita), e quella del tessuto urbano, nel quale si vive la dimensione fondamentale della socializzazione, delle esperienze di aggregazione e di incontro con realt脿 che esulano dalla diade casa-lavoro (assetto organizzativo oggi in discussione sotto molteplici aspetti).
La prima dinamica discussa da Greppi 猫 quella relativa al ritorno del fenomeno disdette-vendita, come ultimatum posto agli inquilini da parte dei proprietari degli immobili per ragione di convenienza connesse alla redditivit脿 degli investimenti rispetto a degli immobili non adatti alle esigenze di oggi e all鈥檃ndamento dei tassi di interesse. Un meccanismo, questo, che mette in difficolt脿 gli inquilini, i quali si trovano in una condizione economica che sovente non permette loro di continuare a vivere nella propria abitazione.
Il secondo punto d鈥檃ttenzione, che interseca quanto descritto, 猫 quello del caro affitti, una dimensione che genera problematiche sociali a pi霉 livelli: sia rispetto al permanere di alcune fasce di popolazione nel tessuto urbano, il quale garantisce un鈥檈terogeneit脿 e forme di vitalit脿 sociale cruciali per il benessere collettivo, sia rispetto all鈥檃ccrescimento della vulnerabilit脿 socioeconomica di chi deve versare il canone mensile, che si trova sempre pi霉 in difficolt脿 in caso di spese impreviste, con minori possibilit脿 di risparmio o confrontato a un abbassamento del tenore di vita.
Il terzo punto focale, intrecciato strettamente al precedente, 猫 la rapida crescita della presenza delle piattaforme dedite agli affitti brevi anche alle nostre latitudini. Come ricorda ancora Greppi, secondo un鈥檌nchiesta della trasmissione 鈥淔al貌鈥 della Rsi, nel corso dello scorso anno gli appartamenti occupati da questa dinamica turistica sono cresciuti del 24%, superando il migliaio nella sola Lugano, che diventa cos矛 la citt脿 svizzera con la maggior percentuale di appartamenti su piattaforma della confederazione.
Una dinamica, questa, che sempre secondo l鈥檈conomista interseca anche una crisi di alcuni commerci, con una conseguente riallocazione che diventa fruibile in particolare per i grandi gruppi internazionali e locali, portando le citt脿 鈥 come le dinamiche e gli studi sulle realt脿 urbane europee e non solo degli ultimi decenni insegnano 鈥 a forme di omologazione che fanno perdere le peculiarit脿 locali, smantellando i tessuti connettivi, e rendendo le citt脿 e le aree urbane dei luoghi con identit脿 fragili e legate alle dinamiche di consumo.
Adottando una visione allargata dell鈥檈ducazione, connessa all鈥檌mpostazione epistemologica pedagogia sociale, possiamo ritenere come questi fenomeni abbiano un鈥檌ncidenza educativa che si ripercuote in modo significativo sulle biografie e sul collocamento nello spazio sociale delle persone.
In primis, come accennato, omologando i luoghi e la popolazione dei quartieri in base alle caratteristiche socioeconomiche dei loro abitanti, nonch茅 modellandoli su sistemi economici che si pensano primariamente per i turisti e rispetto alla popolazione locale. Questo, evidentemente, pu貌 generare forme di minor riconoscimento e appartenenza ai luoghi da parte dei propri abitanti: sia per coloro che devono andarsene a causa della dinamica congiunturale (per esempio gli anziani, le famiglie monoreddito, persone in situazione di difficolt脿 economica, spesso straniere), sia per i giovani che magari ci sono cresciuti, ma non hanno poi la possibilit脿 di vivere questa realt脿 in modo autonomo nel difficile transito verso l鈥檈t脿 adulta.
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Questa dinamica pu貌 altres矛 portare a una minore appropriazione e riconoscibilit脿 del tessuto urbano da parte di chi lo abita o lo ha abitato, con il venir meno di alcuni punti di riferimento sociali; questi ultimi, non a caso, sono diventati una delle finalit脿 del lavoro degli operatori sul territorio, che si trovano a dover ricostruire 鈥渁rtificialmente鈥 (sebbene non artificiosamente) dei luoghi e delle occasioni di incontro e partecipazione.
Rispetto ai giovani, ci貌 nondimeno, questa dinamica pu貌 portare a un minore investimento e, talvolta, alla mancata permanenza (o ritorno) sul territorio: questo, inevitabilmente, pu貌 produrre sia fenomeni di rottura legata all鈥檌nsoddisfazione per il proprio luogo di vita (rivolti verso la propria realt脿, ma anche verso se stessi), sia una perdita di idee ed energie volte a rinnovare lo spazio sociale con il mutare delle generazioni attive. Per quanto concerne questa fascia d鈥檈t脿, inoltre, la perdita di alloggi accessibili pone un鈥檕ggettiva difficolt脿 nel costruire la propria progettualit脿 di vita sortendo dal proprio nucleo familiare, rinviando cos矛 un passaggio che permane importante rispetto all鈥檌ngresso nel mondo adulto, o inaugurando una dinamica per cui i giovani si trovano per la prima volta impoveriti rispetto alle generazioni precedenti.
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Sebbene soltanto accennati in questa sede, si tratta di punti d鈥檃ttenzione su cui il lavoro sociale dovrebbe chinarsi nell鈥檕ttica di progettare interventi territoriali volti a costruire degli spazi urbani ove possano svilupparsi dei tessuti sociali che favoriscano l鈥檌nclusione, la piena partecipazione politica e sociale e la promozione di dinamiche solidali e collaborative nelle realt脿 urbane.
Il tema della casa, cos矛 come quello delle trasformazioni urbane, interroga da vicino il lavoro socioeducativo, poich茅 sollecita due dimensioni fondamentali: quella della propria abitazione, la quale reca con s茅 una dimensione connessa alla propria identit脿, al percorso di crescita e alla soggettivazione in quanto adulto (l鈥檜scita dal nucleo familiare e la possibilit脿 dell鈥檃vvio di una propria realt脿 abitativa 鈥渟celta鈥 e non 鈥渟ubita鈥 per nascita), e quella del tessuto urbano, nel quale si vive la dimensione fondamentale della socializzazione, delle esperienze di aggregazione e di incontro con realt脿 che esulano dalla diade casa-lavoro (assetto organizzativo oggi in discussione sotto molteplici aspetti).
La prima dinamica discussa da Greppi 猫 quella relativa al ritorno del fenomeno disdette-vendita, come ultimatum posto agli inquilini da parte dei proprietari degli immobili per ragione di convenienza connesse alla redditivit脿 degli investimenti rispetto a degli immobili non adatti alle esigenze di oggi e all鈥檃ndamento dei tassi di interesse. Un meccanismo, questo, che mette in difficolt脿 gli inquilini, i quali si trovano in una condizione economica che sovente non permette loro di continuare a vivere nella propria abitazione.
Il secondo punto d鈥檃ttenzione, che interseca quanto descritto, 猫 quello del caro affitti, una dimensione che genera problematiche sociali a pi霉 livelli: sia rispetto al permanere di alcune fasce di popolazione nel tessuto urbano, il quale garantisce un鈥檈terogeneit脿 e forme di vitalit脿 sociale cruciali per il benessere collettivo, sia rispetto all鈥檃ccrescimento della vulnerabilit脿 socioeconomica di chi deve versare il canone mensile, che si trova sempre pi霉 in difficolt脿 in caso di spese impreviste, con minori possibilit脿 di risparmio o confrontato a un abbassamento del tenore di vita.
Il terzo punto focale, intrecciato strettamente al precedente, 猫 la rapida crescita della presenza delle piattaforme dedite agli affitti brevi anche alle nostre latitudini. Come ricorda ancora Greppi, secondo un鈥檌nchiesta della trasmissione 鈥淔al貌鈥 della Rsi, nel corso dello scorso anno gli appartamenti occupati da questa dinamica turistica sono cresciuti del 24%, superando il migliaio nella sola Lugano, che diventa cos矛 la citt脿 svizzera con la maggior percentuale di appartamenti su piattaforma della confederazione.
Una dinamica, questa, che sempre secondo l鈥檈conomista interseca anche una crisi di alcuni commerci, con una conseguente riallocazione che diventa fruibile in particolare per i grandi gruppi internazionali e locali, portando le citt脿 鈥 come le dinamiche e gli studi sulle realt脿 urbane europee e non solo degli ultimi decenni insegnano 鈥 a forme di omologazione che fanno perdere le peculiarit脿 locali, smantellando i tessuti connettivi, e rendendo le citt脿 e le aree urbane dei luoghi con identit脿 fragili e legate alle dinamiche di consumo.
Adottando una visione allargata dell鈥檈ducazione, connessa all鈥檌mpostazione epistemologica pedagogia sociale, possiamo ritenere come questi fenomeni abbiano un鈥檌ncidenza educativa che si ripercuote in modo significativo sulle biografie e sul collocamento nello spazio sociale delle persone.
In primis, come accennato, omologando i luoghi e la popolazione dei quartieri in base alle caratteristiche socioeconomiche dei loro abitanti, nonch茅 modellandoli su sistemi economici che si pensano primariamente per i turisti e rispetto alla popolazione locale. Questo, evidentemente, pu貌 generare forme di minor riconoscimento e appartenenza ai luoghi da parte dei propri abitanti: sia per coloro che devono andarsene a causa della dinamica congiunturale (per esempio gli anziani, le famiglie monoreddito, persone in situazione di difficolt脿 economica, spesso straniere), sia per i giovani che magari ci sono cresciuti, ma non hanno poi la possibilit脿 di vivere questa realt脿 in modo autonomo nel difficile transito verso l鈥檈t脿 adulta.
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Questa dinamica pu貌 altres矛 portare a una minore appropriazione e riconoscibilit脿 del tessuto urbano da parte di chi lo abita o lo ha abitato, con il venir meno di alcuni punti di riferimento sociali; questi ultimi, non a caso, sono diventati una delle finalit脿 del lavoro degli operatori sul territorio, che si trovano a dover ricostruire 鈥渁rtificialmente鈥 (sebbene non artificiosamente) dei luoghi e delle occasioni di incontro e partecipazione.
Rispetto ai giovani, ci貌 nondimeno, questa dinamica pu貌 portare a un minore investimento e, talvolta, alla mancata permanenza (o ritorno) sul territorio: questo, inevitabilmente, pu貌 produrre sia fenomeni di rottura legata all鈥檌nsoddisfazione per il proprio luogo di vita (rivolti verso la propria realt脿, ma anche verso se stessi), sia una perdita di idee ed energie volte a rinnovare lo spazio sociale con il mutare delle generazioni attive. Per quanto concerne questa fascia d鈥檈t脿, inoltre, la perdita di alloggi accessibili pone un鈥檕ggettiva difficolt脿 nel costruire la propria progettualit脿 di vita sortendo dal proprio nucleo familiare, rinviando cos矛 un passaggio che permane importante rispetto all鈥檌ngresso nel mondo adulto, o inaugurando una dinamica per cui i giovani si trovano per la prima volta impoveriti rispetto alle generazioni precedenti.
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Sebbene soltanto accennati in questa sede, si tratta di punti d鈥檃ttenzione su cui il lavoro sociale dovrebbe chinarsi nell鈥檕ttica di progettare interventi territoriali volti a costruire degli spazi urbani ove possano svilupparsi dei tessuti sociali che favoriscano l鈥檌nclusione, la piena partecipazione politica e sociale e la promozione di dinamiche solidali e collaborative nelle realt脿 urbane.
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