Fisioterapia
Mal di schiena, mal di testa? Soluzioni non farmacologiche per il dolore cronico - Blog Formazione continua
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- Mal di schiena, mal di testa? Soluzioni non farmacologiche per il dolore cronico
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Forse a causa di un regime di vita per lo più sedentario, oggi, il dolore cronico non è più solo il risultato di un trauma fisico o di una malattia evidente, ma è spesso un sintomo silente che si insinua nella quotidianità delle persone. Sii manifesta come una presenza costante, un'ombra che ridisegna i confini della vita di chi ne soffre. Eppure, nella nostra ricerca incessante di soluzioni, abbiamo imparato che non tutto passa attraverso la chimica o il bisturi. C'è una strada alternativa, meno invasiva e più consapevole, che può restituire speranza a chi è afflitto da questo nemico invisibile.
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L'articolo che segue esplora proprio queste soluzioni non farmacologiche, che mirano a ristabilire un equilibrio tra corpo e mente. Attraverso la fisioterapia, la terapia cognitivo-comportamentale e altre tecniche avanzate, si delinea un approccio nuovo, in cui il dolore non è più sinonimo di condanna, ma un fenomeno da comprendere e affrontare con consapevolezza. Buona lettura.
Il dolore cronico, ovvero quel dolore che perdura per più di sei mesi, accomuna centinaia di milioni di persone. Si stima infatti che circa due adulti su dieci soffrano di questo problema nei paesi occidentali. Fra le cause più frequenti di dolore cronico troviamo il mal di schiena, il mal di testa e la cervicalgia. Questi disturbi rappresentano infatti la principale causa di anni vissuti con disabilità . Ciò che accomuna questi problemi è che molto spesso non vi è stato un danno tissutale o un trauma maggiore, ma il dolore si sviluppa senza una causa evidente. In realtà , diversi fattori sono stati correlati alla presenza di dolore cronico, come ad esempio l’ansia e la depressione, l’insoddisfazione sul posto di lavoro, l’insonnia e la cattiva gestione dello stress.
A causa del forte impatto sulla qualità della vita, chi soffre di dolore cronico si affida spesso alle cure dal settore sanitario. In Svizzera, ad esempio, la cura del solo mal di schiena costa al sistema sanitario tre miliardi di franchi, rappresentando circa il 6-7% della spesa sanitaria nazionale. Fra le soluzioni a questi disturbi troviamo spesso la chirurgia e i farmaci. Tuttavia, la chirurgia non garantisce sempre un risultato positivo; il dolore può persistere e le complicanze possono essere gravi e debilitanti. Per queste ragioni, le linee guida internazionali sconsigliano nella maggior parte dei casi gli interventi chirurgici per i pazienti con mal di schiena o mal di collo.
Le soluzioni farmacologiche, d’altra parte, possono fornire un sollievo temporaneo, ma nel lungo periodo tendono a perdere efficacia. Inoltre, ogni farmaco comporta effetti collaterali, e in molti casi si sviluppa assuefazione. Basti pensare alla recente crisi degli oppioidi negli Stati Uniti, che ha causato circa 70.000 morti all’anno. Farmaci che originariamente venivano prescritti per lenire il dolore oncologico venivano poi usati anche per trattare il dolore alla schiena o al collo, generando dipendenza nei pazienti e provocando enormi danni individuali e sociali.
Fortunatamente, esiste anche una gestione non chirurgica e non farmacologica del dolore cronico che può aiutare a recuperare una qualità di vita soddisfacente. I fisioterapisti, ed in particolare quelli specializzati in terapia manuale, e gli psicologi esperti nel trattamento del dolore cronico aiutano i pazienti con una serie di tecniche e strumenti che si sono dimostrati validi in numerosi trial clinici.
Tra le metodiche più recenti insegnate all'interno del MAS in fisioterapia neuromuscoloscheletrica presso la Formazione continua ¾«¶«Ó°Òµ, possiamo citare la pain education, la graded exposure e la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). La pain education si concentra sull'educare i pazienti sulla natura complessa del dolore cronico, spiegando che esso non è necessariamente dovuto a danni fisici, ma piuttosto a processi neurofisiologici. Questo tipo di educazione aiuta a ridurre la paura legata al dolore, incoraggiando strategie di autogestione più efficaci. La graded exposure è un'altra metodica dimostratasi efficace: dove i pazienti vengono gradualmente esposti ai movimenti o alle attività che tendono a evitare per paura del dolore. Questo approccio mira a desensibilizzare il sistema nervoso, riducendo la percezione del dolore e migliorando la funzionalità fisica. Attraverso la terapia cognitivo-comportamentale, invece, si insegna ai pazienti a modificare i pensieri e i comportamenti negativi che possono aggravare la percezione del dolore. Infatti, cambiare il modo in cui si pensa al dolore può aiutare a gestirlo in modo più efficace.
Spesso, anche il supporto psicologico può rivelarsi utile, poiché il dolore cronico può avere un impatto significativo sulla salute mentale. È comune che i pazienti con dolore muscolo-scheletrico cronico sperimentino ansia, depressione e isolamento sociale. La terapia di gruppo, il counseling individuale e il supporto da parte di amici e familiari possono offrire conforto e aiutare a gestire meglio il dolore al fine di promuovere la presa di coscienza di tutti i fattori precedentemente citati.
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Infine, è importante ricordare che migliorare il proprio stile di vita è spesso cruciale.
Un’attività fisica regolare - almeno 150 minuti a settimana - un’alimentazione equilibrata, un regolare ritmo sonno veglia e l’introduzione di tecniche di gestione dello stress, come lo yoga, il tai-chi o la mindfullness, si sono dimostrate efficaci nella diminuzione del dolore cronico.
A causa del forte impatto sulla qualità della vita, chi soffre di dolore cronico si affida spesso alle cure dal settore sanitario. In Svizzera, ad esempio, la cura del solo mal di schiena costa al sistema sanitario tre miliardi di franchi, rappresentando circa il 6-7% della spesa sanitaria nazionale. Fra le soluzioni a questi disturbi troviamo spesso la chirurgia e i farmaci. Tuttavia, la chirurgia non garantisce sempre un risultato positivo; il dolore può persistere e le complicanze possono essere gravi e debilitanti. Per queste ragioni, le linee guida internazionali sconsigliano nella maggior parte dei casi gli interventi chirurgici per i pazienti con mal di schiena o mal di collo.
Le soluzioni farmacologiche, d’altra parte, possono fornire un sollievo temporaneo, ma nel lungo periodo tendono a perdere efficacia. Inoltre, ogni farmaco comporta effetti collaterali, e in molti casi si sviluppa assuefazione. Basti pensare alla recente crisi degli oppioidi negli Stati Uniti, che ha causato circa 70.000 morti all’anno. Farmaci che originariamente venivano prescritti per lenire il dolore oncologico venivano poi usati anche per trattare il dolore alla schiena o al collo, generando dipendenza nei pazienti e provocando enormi danni individuali e sociali.
Fortunatamente, esiste anche una gestione non chirurgica e non farmacologica del dolore cronico che può aiutare a recuperare una qualità di vita soddisfacente. I fisioterapisti, ed in particolare quelli specializzati in terapia manuale, e gli psicologi esperti nel trattamento del dolore cronico aiutano i pazienti con una serie di tecniche e strumenti che si sono dimostrati validi in numerosi trial clinici.
Tra le metodiche più recenti insegnate all'interno del MAS in fisioterapia neuromuscoloscheletrica presso la Formazione continua ¾«¶«Ó°Òµ, possiamo citare la pain education, la graded exposure e la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). La pain education si concentra sull'educare i pazienti sulla natura complessa del dolore cronico, spiegando che esso non è necessariamente dovuto a danni fisici, ma piuttosto a processi neurofisiologici. Questo tipo di educazione aiuta a ridurre la paura legata al dolore, incoraggiando strategie di autogestione più efficaci. La graded exposure è un'altra metodica dimostratasi efficace: dove i pazienti vengono gradualmente esposti ai movimenti o alle attività che tendono a evitare per paura del dolore. Questo approccio mira a desensibilizzare il sistema nervoso, riducendo la percezione del dolore e migliorando la funzionalità fisica. Attraverso la terapia cognitivo-comportamentale, invece, si insegna ai pazienti a modificare i pensieri e i comportamenti negativi che possono aggravare la percezione del dolore. Infatti, cambiare il modo in cui si pensa al dolore può aiutare a gestirlo in modo più efficace.
Spesso, anche il supporto psicologico può rivelarsi utile, poiché il dolore cronico può avere un impatto significativo sulla salute mentale. È comune che i pazienti con dolore muscolo-scheletrico cronico sperimentino ansia, depressione e isolamento sociale. La terapia di gruppo, il counseling individuale e il supporto da parte di amici e familiari possono offrire conforto e aiutare a gestire meglio il dolore al fine di promuovere la presa di coscienza di tutti i fattori precedentemente citati.
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Infine, è importante ricordare che migliorare il proprio stile di vita è spesso cruciale.
Un’attività fisica regolare - almeno 150 minuti a settimana - un’alimentazione equilibrata, un regolare ritmo sonno veglia e l’introduzione di tecniche di gestione dello stress, come lo yoga, il tai-chi o la mindfullness, si sono dimostrate efficaci nella diminuzione del dolore cronico.
Aggregatore Risorse
-
- Modalità ibrida
- Diurna
- Manno, stabile Piazzetta
- 66.0 ECTS
- 650 ore-lezione
-
- In presenza
- 07 febbraio 2025
- Diurna
- Manno, stabile Piazzetta
- 15.0 ECTS
- 160 ore-lezione
-
- In presenza
- 31 gennaio 2025
- Diurna
- Manno, stabile Piazzetta
- 15.0 ECTS
- 216 ore-lezione