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I diari di Phoenix House: l'esperienza di Mauro Croce - Blog Formazione continua
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- I diari di Phoenix House: l'esperienza di Mauro Croce
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Una premessa: se stai cercando una storia rassicurante a proposito dell鈥檈pidemia di eroina negli anni 鈥70 e 鈥80 in Italia, questo libro non fa per te. Se invece ti incuriosisce sapere cosa succede quando uno psicologo entra sotto copertura in una delle comunit脿 terapeutiche pi霉 dure d鈥橢uropa, e ne esce con un diario in tasca e qualche certezza in meno, allora fai spazio nella tua agenda per il 5 maggio.
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌"I diari di Phoenix House" non 猫 solo il racconto di un'esperienza radicale. 脠 il tentativo di fare i conti 鈥 finalmente 鈥 con una memoria collettiva troppo in fretta archiviata. Negli anni in cui l鈥檈roina falciava una generazione, le comunit脿 terapeutiche come Phoenix House a Londra diventavano laboratori di frontiera, spesso in assenza totale di coordinate istituzionali. Alcune hanno funzionato. Altre meno. Croce ha deciso di viverle da dentro, e raccontarle a noi, fuori. Non subito, ma con lo sguardo dell鈥檃llora giovane psicologo e la lente dei quarant鈥檃nni di esperienza maturati dopo. Croce ci accompagna in un viaggio che 猫 sia personale che storico al contempo.
Il 5 maggio, dalle 17:00 alle 19:00 all鈥橝uditorium Suglio Business Center di Manno, in un evento organizzato dalla Formazione continua 精东影业 dell'area Lavoro sociale, l鈥檃utore discuter脿 del libro con due interlocutori d鈥檈ccezione: Graziano Martignoni, psichiatra e docente 精东影业, e Lorenzo Pezzoli, psicologo e moderatore dell鈥檌ncontro. La domanda di fondo resta: cosa possiamo ancora imparare da quei diari scritti a mano? E cosa ci dicono oggi, mentre le dipendenze si trasformano, ma, di certo, non scompaiono?
Prima dell鈥檈vento, abbiamo avuto l鈥檕ccasione di farci raccontare direttamente dall鈥檃utore com鈥櫭 nato questo progetto.
Negli anni '70, Croce si avvicina alla psicologia: 鈥淰olevo andarmene da casa, e Padova era abbastanza lontana鈥, racconta ridendo. Da l矛 in avanti, il suo cammino si scontra con l鈥檈mergenza di eroina che in quegli anni travolse l鈥橧talia. Mauro Croce si ritrova in prima linea, in un鈥檈poca in cui i servizi sociali e sanitari per le dipendenze erano ancora da costruire: 鈥渁ll'universit脿 ci insegnavano i colloqui ovattati sui divani, poi ti trovavi con i ragazzi tossici che ti mandavano a quel paese nel giro di tre minuti鈥.
Chi cadeva nella dipendenza aveva davanti poche strade: il carcere, la strada, le prime comunit脿 di recupero - nate pi霉 dall'urgenza che da una progettazione consapevole - e qualche servizio sgangherato che, i professionisti, cercavano non senza difficolt脿 di mettere in piedi. Fra le comunit脿 pi霉 note, la Phoenix House di Londra aveva la fama di essere leggendaria, capace di "risolvere" il problema dell'eroina. Spinto dalla necessit脿 di capire davvero cosa succedesse dentro quelle comunit脿, Croce scelse di entrare nella Phoenix House come osservatore partecipante, disposto a vivere le stesse giornate, le stesse regole, la stessa fatica dei tossicodipendenti.
La Phoenix House, ispirata al modello americano, era molto pi霉 di una comunit脿 terapeutica: 鈥渆ra un mondo chiuso, con regole, ruoli e linguaggi propri". Era un sistema ferreo. Lavori domestici, riunioni continue, osservazioni incrociate tra pari. Il meccanismo si basava sul controllo reciproco: i veterani vigilavano sui nuovi arrivati, pronti a correggerli, giudicarli o punirli. Non esistevano mezzi termini: si parlava di "fratelli", di "tradimenti", di "rinascite" e di "morti simboliche鈥. Parole che costruivano o distruggevano, nel giro di una riunione collettiva. Tra gli episodi raccontati da Croce, emerge con forza il sistema di controllo psicologico quotidiano che regnava nella Phoenix House. Emblematico 猫 l'episodio della panchina: sedercisi sopra aveva un significato preciso all'interno della comunit脿 鈥 voleva dire che volevi andartene. Mauro, che sulla panchina si siede un po鈥 per caso, senza conoscerne il simbolismo, si trova di colpo ignorato da tutti. Subito dopo arrivava il rituale della punizione educativa, in poche parole: 鈥渢i richiamavano e ti insultavano davanti a tutti鈥.
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La logica, infatti, non era quella del supporto individualizzato, ma della ri-costruzione collettiva dell'identit脿: annullare la persona dipendente e farla rinascere come parte integrante della famiglia della comunit脿. Durante la permanenza nella Phoenix House, Croce tiene un diario quotidiano: 鈥淣on pensavo che quei fogli, quarant鈥檃nni dopo, avrebbero avuto una vita pubblica鈥. Le pagine raccontano la tensione costante tra appartenenza ed esclusione, la fatica della disciplina quotidiana, le dinamiche di gruppo che diventano totalizzanti. Anche se entrato come osservatore, Mauro Croce viveva quotidianamente dentro il sistema della Phoenix House: 鈥mi sono trovato anche io immerso nelle dinamiche racconta. La pressione del gruppo, la forza dei rituali, la disciplina incessante non lasciavano spazio all'individualit脿鈥. Il momento pi霉 intenso 猫 quello della presentazione pubblica della propria storia personale: per essere accettato, bisognava raccontare davanti a tutti, e intimamente, la propria vita: 鈥racconti tutto: amori, dolori, sessualit脿, sofferenze鈥, ricorda Mauro: 鈥渁lla fine, il gruppo ti decideva: o sei uno di noi oppure non sei degno e vieni respinto鈥. Croce viene accettato al primo giro: 鈥ho pianto鈥, ammette: 鈥渓i ho abbracciati. Ti prende. 脠 potentissimo鈥.
Sebbene non ci fossero barriere fisiche a determinare l鈥檃ccesso alla Phoenix House; o eri dentro, o eri fuori. Senza bisogno di costringerti, perch茅, a conti fatti non era una prigione e poteva essere lasciata su propria iniziativa鈥 certo portandosi con s茅 l鈥檌dea di aver fallito, di essere una nullit脿.
La Phoenix House era governata da una struttura rigidamente gerarchica. Chi arrivava da poco era parte della "bottom crew", la ciurma pi霉 bassa. Con il tempo, acquisendo responsabilit脿, si poteva salire di rango. Ma bastava una minima infrazione 鈥 o anche nessuna 鈥 per essere retrocessi senza appello. 鈥淭i facevano retrocedere anche solo per insegnarti a tollerare l鈥檌ngiustizia鈥, spiega: 鈥se non riesci a sopportarla, torna a farti le pere, oppure cresci come uomo鈥. L鈥檌dea era questa: il mondo 猫 pieno di ingiustizie, e se non avessi imparato ad adattarti, saresti stato fuori.
Le dinamiche erano spesso costruite come provocazioni educative: un esempio significativo 猫 quello del direttore generale della comunit脿 che, accendendosi deliberatamente una sigaretta in un'area vietata, testava i residenti. Il giovane della bottom crew che denunciava veniva premiato 鈥渟e non lo avessi denunciato, sarebbe stato mentalit脿 mafiosa鈥, commenta Croce. Ogni gesto era una prova di lealt脿 cieca alla regola, anche contro chi aveva il potere. In conclusione, discutiamo di come quelle pagine sarebbero potute risultare differenti, se fossero state scritte da e un residente tossicodipendente: 鈥forse sarebbe stato diverso鈥, riflette: 鈥渃hi riesce a uscire dalle dipendenze 猫, giustamente, grato alla comunit脿 che l'ha aiutato鈥, ma chi fallisce porta con s茅 cicatrici invisibili, pi霉 profonde e difficili da raccontare: 鈥il problema 猫 che quasi tutte le testimonianze sono di persone che ne sono uscite鈥.
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Quella del 5 maggio 猫 un鈥檕ccasione per ascoltare, senza filtri, una testimonianza che ci riguarda pi霉 da vicino di quanto spesso vogliamo ammettere, ma anche un鈥檕ccasione per riflettere su nuovi modelli di formazione, sull鈥檌mportanza di fare esperienza sul campo, di applicare in pratica quello che si apprende in teoria, soprattutto per i professionisti della socialit脿 e della cura.