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Assicurazioni sociali in Sivzzera - Blog Formazione continua
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- Perché ogni datore di lavoro in Svizzera dovrebbe conoscere le assicurazioni sociali
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Se pensi che le assicurazioni sociali siano un affare da contabili, aspetta di dover gestire un’assenza lunga o una pensione mal calcolata. E se è vero che parlare di assicurazioni sociali in Svizzera ha un effetto collaterale piuttosto comune - la voglia di passare ad altro - lo è anche il fatto che chi lavora nel mondo delle imprese, delle consulenze, del personale – insomma, chi ha a che fare con lavoro, contratti, team, responsabilità – non può permettersi il lusso di ignorarle.
Il sistema svizzero delle assicurazioni sociali è costruito per proteggere chi lavora da eventi che interrompono o compromettono la possibilità di generare reddito: malattia, infortunio, disoccupazione, invalidità , vecchiaia. In questo senso, è una rete. Ma è una rete che non funziona da sola. Perché sia efficace, bisogna sapere dove si entra, quando si contribuisce, a che cosa si ha diritto. E, soprattutto, cosa succede se non si fa nulla.
Chi avvia o gestisce un’attività in Svizzera deve affrontare il sistema di assicurazioni sociali come parte del proprio assetto strategico. È una questione di sostenibilità personale e professionale. Sapere cosa è obbligatorio, cosa è consigliabile, cosa è opzionale ma utile, significa lavorare meglio, più a lungo e con meno fragilità . Non si tratta solo di “sapere come funzionanoâ€. Si tratta di capire che effetto concreto hanno su quello che facciamo ogni giorno: una nuova assunzione, un contratto part-time, un collaboratore malato, un'indennità maternità , una ditta individuale da aprire. Un sistema complesso, ma non arbitrario
D’altra parte chi lavora in ambito HR o gestionale non è “solo†un amministratore di buste paga. È il punto di connessione tra le persone, il diritto e l’impresa. In questo contesto, le assicurazioni sociali diventano una materia strategica, anche quando sembrano solo un codice da inserire nel sistema.
Un esempio? La gestione di un’assenza per malattia. Oppure la fine di un rapporto di lavoro. O ancora l’inquadramento corretto di un collaboratore esterno. Tutte situazioni che diventano complesse – o addirittura problematiche – se non si ha una buona alfabetizzazione assicurativa.
Il sistema svizzero si fonda infatti su un delicato equilibrio tra pubblico e privato. Da una parte ci sono assicurazioni obbligatorie, dall’altra possibilità volontarie. Per chi hai dei dipendenti, gli obblighi si moltiplicano: versare i contributi per i collaboratori, proteggerli in caso di infortunio, offrire una previdenza professionale se superano certe soglie salariali. Può sembrare macchinoso, e in effetti lo è. Ma l’idea è chiara: più lavori, più contribuisci. Più contribuisci, più sei coperto. Un sistema mutualistico che, per funzionare, ha bisogno della partecipazione di tutti.
Approfondiamo il discorso con Nora Jardini Croci-Tort​â¶Ä‹â¶Ä‹â¶Ä‹â¶Ä‹â¶Ä‹â¶Ä‹i, avvocata, specialista FSA diritto del lavoro e co-responsabile del CAS in Assicurazioni sociali della Formazione conitnua ¾«¶«Ó°Òµ.​â¶Ä‹â¶Ä‹â¶Ä‹â¶Ä‹â¶Ä‹â¶Ä‹
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Ma durante il CAS si rendono conto di quanto questa materia incida nella vita professionale di tutti i giorni. E alla fine, il feedback più comune è: avrei voluto capirlo prima.
Nora Jardini Croci-Torti
Partiamo dal principio: perché oggi, più che mai, è importante conoscere davvero il sistema delle assicurazioni sociali in Svizzera?
R: Perché rappresenta la base stessa della politica remunerativa. Le assicurazioni sociali non sono un dettaglio tecnico, ma un elemento strutturale sia per chi assume, sia per chi lavora. Capirle significa gestire bene il costo del lavoro, garantire protezione e valorizzare i rapporti professionali in modo sostenibile.
Con l’evoluzione del lavoro ibrido, del lavoro transfrontaliero, cambia anche l’approccio assicurativo?
R: Assolutamente sì. Il telelavoro – che prima era marginale – oggi è centrale e ha avuto un impatto notevole sulla gestione assicurativa. Sono emerse problematiche nuove, come la definizione del luogo di lavoro per chi opera tra più paesi, e i limiti di ore coperte da alcune assicurazioni. È un campo che sta evolvendo in tempo reale, e che richiede attenzione costante.
D: Quanto pesa, oggi, una buona gestione delle assicurazioni nel bilancio aziendale e nella cultura interna?
Molto. Le assicurazioni sociali non sono solo un costo: possono diventare un benefit strategico, se ben strutturate. Offrire coperture solide è un elemento di attrattività per i dipendenti, ma serve anche all’azienda come protezione dai rischi. Il punto è che vanno conosciute, da entrambe le parti.
D: Il corso dedica ampio spazio ai datori di lavoro. Quali sono gli errori più comuni che le aziende fanno quando si parla di assicurazioni sociali?
Il più comune è quello di cercare il risparmio a tutti i costi, senza valutare l’impatto reale di certe scelte. Un esempio? Sottoscrivere assicurazioni con franchigie troppo elevate. In caso di malattia, può voler dire che il datore di lavoro deve coprire di tasca propria diverse settimane di assenza. Oppure trascurare il secondo pilastro, creando vere e proprie lacune pensionistiche per i dipendenti. Sono errori che si pagano nel tempo, anche in termini di fiducia interna.
D: Questo CAS promette un taglio molto pratico. Cosa significa, concretamente, per chi frequenta?
Significa lavorare su casi reali, portati da chi ogni giorno affronta queste tematiche in azienda. Il corso unisce docenti esperti e professionisti operativi – capi ufficio, responsabili HR, specialisti del settore – che portano esempi concreti e aiutano i partecipanti a ragionare su problemi veri. L'obiettivo è che ogni tema venga capito, discusso e applicato.
D: C'è un modulo che, secondo lei, ogni lavoratore in Svizzera dovrebbe conoscere… anche solo per dormire più sereno la notte?
Direi che se tutti conoscessero i tre pilastri del sistema previdenziale svizzero, saremmo già a buon punto. Il bello di questo CAS è che offre strumenti utili sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. È una materia che riguarda tutti, anche chi non la gestisce direttamente.
D: Il modulo sul coordinamento internazionale sembra particolarmente attuale. Quali sono le sfide principali oggi per chi si muove tra Svizzera e UE?
La sfida principale è capire come funziona il coordinamento tra Svizzera e UE quando un lavoratore è attivo su più fronti. Cosa succede se una persona è assicurata AVS ma ha anche periodi INPS? Come si calcolano le rendite? Quali vantaggi fiscali o previdenziali derivano dallo scegliere un paese invece dell’altro? Serve preparazione per rispondere a queste domande in modo consapevole e concreto.
D: Ha qualche caso concreto o feedback di ex partecipanti che l’ha particolarmente colpita?
Più che un singolo caso, direi un pattern: all’inizio, quasi tutti i partecipanti trovano il tema ostico, distante. Ma durante il CAS si rendono conto di quanto questa materia incida nella vita professionale di tutti i giorni. E alla fine, il feedback più comune è: “Avrei voluto capirlo primaâ€.
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D: La rosa dei docenti è composta da nomi davvero rilevanti. Che tipo di valore aggiunto porta questa rete di esperti?
Un valore enorme. I docenti non sono solo esperti: sono riferimenti futuri. Si creano legami, si attivano scambi, anche tra partecipanti. Succede spesso che, una volta finito il corso, le persone si contattino tra loro per confrontarsi su casi pratici. È una rete professionale viva, che resta anche dopo l’esame.
R: Perché rappresenta la base stessa della politica remunerativa. Le assicurazioni sociali non sono un dettaglio tecnico, ma un elemento strutturale sia per chi assume, sia per chi lavora. Capirle significa gestire bene il costo del lavoro, garantire protezione e valorizzare i rapporti professionali in modo sostenibile.
Con l’evoluzione del lavoro ibrido, del lavoro transfrontaliero, cambia anche l’approccio assicurativo?
R: Assolutamente sì. Il telelavoro – che prima era marginale – oggi è centrale e ha avuto un impatto notevole sulla gestione assicurativa. Sono emerse problematiche nuove, come la definizione del luogo di lavoro per chi opera tra più paesi, e i limiti di ore coperte da alcune assicurazioni. È un campo che sta evolvendo in tempo reale, e che richiede attenzione costante.
D: Quanto pesa, oggi, una buona gestione delle assicurazioni nel bilancio aziendale e nella cultura interna?
Molto. Le assicurazioni sociali non sono solo un costo: possono diventare un benefit strategico, se ben strutturate. Offrire coperture solide è un elemento di attrattività per i dipendenti, ma serve anche all’azienda come protezione dai rischi. Il punto è che vanno conosciute, da entrambe le parti.
D: Il corso dedica ampio spazio ai datori di lavoro. Quali sono gli errori più comuni che le aziende fanno quando si parla di assicurazioni sociali?
Il più comune è quello di cercare il risparmio a tutti i costi, senza valutare l’impatto reale di certe scelte. Un esempio? Sottoscrivere assicurazioni con franchigie troppo elevate. In caso di malattia, può voler dire che il datore di lavoro deve coprire di tasca propria diverse settimane di assenza. Oppure trascurare il secondo pilastro, creando vere e proprie lacune pensionistiche per i dipendenti. Sono errori che si pagano nel tempo, anche in termini di fiducia interna.
D: Questo CAS promette un taglio molto pratico. Cosa significa, concretamente, per chi frequenta?
Significa lavorare su casi reali, portati da chi ogni giorno affronta queste tematiche in azienda. Il corso unisce docenti esperti e professionisti operativi – capi ufficio, responsabili HR, specialisti del settore – che portano esempi concreti e aiutano i partecipanti a ragionare su problemi veri. L'obiettivo è che ogni tema venga capito, discusso e applicato.
D: C'è un modulo che, secondo lei, ogni lavoratore in Svizzera dovrebbe conoscere… anche solo per dormire più sereno la notte?
Direi che se tutti conoscessero i tre pilastri del sistema previdenziale svizzero, saremmo già a buon punto. Il bello di questo CAS è che offre strumenti utili sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. È una materia che riguarda tutti, anche chi non la gestisce direttamente.
D: Il modulo sul coordinamento internazionale sembra particolarmente attuale. Quali sono le sfide principali oggi per chi si muove tra Svizzera e UE?
La sfida principale è capire come funziona il coordinamento tra Svizzera e UE quando un lavoratore è attivo su più fronti. Cosa succede se una persona è assicurata AVS ma ha anche periodi INPS? Come si calcolano le rendite? Quali vantaggi fiscali o previdenziali derivano dallo scegliere un paese invece dell’altro? Serve preparazione per rispondere a queste domande in modo consapevole e concreto.
D: Ha qualche caso concreto o feedback di ex partecipanti che l’ha particolarmente colpita?
Più che un singolo caso, direi un pattern: all’inizio, quasi tutti i partecipanti trovano il tema ostico, distante. Ma durante il CAS si rendono conto di quanto questa materia incida nella vita professionale di tutti i giorni. E alla fine, il feedback più comune è: “Avrei voluto capirlo primaâ€.
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D: La rosa dei docenti è composta da nomi davvero rilevanti. Che tipo di valore aggiunto porta questa rete di esperti?
Un valore enorme. I docenti non sono solo esperti: sono riferimenti futuri. Si creano legami, si attivano scambi, anche tra partecipanti. Succede spesso che, una volta finito il corso, le persone si contattino tra loro per confrontarsi su casi pratici. È una rete professionale viva, che resta anche dopo l’esame.
Aggregatore Risorse
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- In presenza
- 12 settembre 2025
- Diurna
- Manno, stabile Suglio
- 15.0 ECTS
- 170 ore-lezione