L'idea centrale del progetto VisioBone, finanziato dalla , è quella di sfruttare la neuroplasticità del cervello per riprodurre la visione attraverso stimoli tattili.
Per farlo, è stato sviluppato un dispositivo composto da tre elementi principali: una fotocamera per la cattura visiva dell’ambiente circostante, un software di interpretazione delle immagini, e una serie di stimolatori tattili che trasmettono al corpo le informazioni visive rielaborate.
Ma come funziona? Grazie ad una telecamera di profondità , integrata in un supporto simile ad un paio di occhiali, il dispositivo raccoglie informazioni sulla distanza degli oggetti vicini e le trasforma in stimoli tattili. Questi feedback aptici vengono a loro volta trasmessi all’individuo tramite degli stimolatori posizionati su indumenti appositamente progettati, in modo da offrire al soggetto una mappa sensoriale dell’ambiente.
Il primo prototipo del sistema, già testato con successo, suddivide le immagini catturate dalla videocamera in quattro aree principali definendo per ciascuna di esse una distanza media degli oggetti rappresentati. Altrettanti attuatori, composti da motori vibranti per la stimolazione tattile, riproducono sotto forma di frequenza di vibrazione ed intensità di stimolazione le diverse distanze derivate dalle quattro porzioni di immagine. Ciò permette di percepire non solo l’ambiente fisico ma anche informazioni ulteriori, come il colore degli oggetti.
Nella fase successiva si punterà a sviluppare un prodotto pronto per il mercato, con un numero maggiore di punti di stimolazione e un design ottimizzato, integrato in un indumento pratico e leggero conforme agli standard per i dispositivi medici. Sarà inoltre costruito con materiali biocompatibili, ipoallergenici e traspiranti, requisiti fondamentali per le applicazioni che richiedono un contatto a breve e medio termine con la pelle.
Con questo dispositivo innovativo, il team dell’Istituto MeDiTech compie un importante passo avanti nell’assistenza alle persone non vedenti, offrendo loro una nuova forma di percezione spaziale che promuove l’autonomia e l’inclusione.