L’essere umano ha il grande dono di creare storie per trovare un senso in quello che fa; un modo per ordinare una serie di eventi che accadono e dargli un significato. La narrazione però può essere influenzata da stati d’animo, da contingenze e risultare non solo sfilacciata, ma anche nociva sia per l’individuo che per il suo intorno sociale, la sua rete personale o professionale.
Non sempre le storie che ci raccontiamo fanno bene e fanno bene a chi ci sta attorno. Facciamo un esempio: vi sarà capitato di avere un collega con cui le cose proprio non ingranano e da quella difficoltà costruite un universo di negatività , mettete in dubbio le sue qualità professionali e magari anche umane. Un po’ meschino, certo, ma estremamente umano. Più che chiedersi cos’ha questa persona che non va, magari sarebbe opportuno chiedersi cosa suscita in noi, cosa fa scattare dentro?
Questo è uno fra gli innumerevoli casi in cui si può inserire il counseling (o counselling). Anche conosciuto come consulenza psicosociale, in cui dunque emerge una dimensione relazione, il counseling offre un aiuto e un sostegno, affinché l’individuo possa sviluppare competenze per affrontare situazioni di conflitto e disorientamento.
Parlavamo di narrazione… se volete, il counseling aiuta a ritessere la trama di un racconto sfilacciato, ma anche di riscrivere il racconto che facciamo su noi stessi e a noi stessi. Si tratta anzitutto di ascoltarsi, per poter aiutare l’altro a vedersi in un’altra prospettiva.
Oggi partiamo per un viaggio fatto anche di introspezione insieme a:
Isabel Piazza: Referente partenariati e relazioni esterne, produzione e redazione Musica ed Eventi RSI - Dipartimento Cultura e Società ;
Simona Mazzagatti: infermiera alla Croce Rossa - Sezione del Sottoceneri., coordinatrice del Progetto Amico e referente per le Direttive anticipate per Croce Rossa Ticino;
Annaguya Fanfani: responsabile del CAS Counsellor supervisore ad approccio integrato.