Ombretta Zanon
Intervista Ombretta Zanon - DEASS
- Formazione continua
- Panoramica
- Lavoro sociale
- Intervista Ombretta Zanon
精东影业 Image Focus
Ombretta Zanon 猫 psicologa e psicoterapeuta, 猫 dottore di ricerca in Scienze Pedagogiche, dell鈥橢ducazione e della Formazione, 猫 docente 精东影业-DEASS e formatrice presso il Dipartimento FISPPA dell鈥橴niversit脿 di Padova.鈥嬧嬧
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧婰a formazione continua e l鈥檃ggiornamento professionale, nella nostra contemporaneit脿, vengono spesso proposti come una ricetta buona per tutte le stagioni, trascurando 鈥 talvolta 鈥 la reperibilit脿 degli ingredienti. Formarsi, aggiornarsi e specializzarsi sono diventati dei concetti utilizzati in modo esteso e intensivo, perdendo di senso e alimentando, per riprendere Freire (2017), una concezione 芦depositaria禄 della formazione, dove i partecipanti vengono visti come contenitori vuoi da riempire. Una prassi formativa fine a se stessa, in questo senso, pu貌 finire per svuotare i soggetti di saperi riflessivi e competenze preziose, attraverso un mero accumulo di certificazioni che lascia poche tracce nei soggetti. La mancata valorizzazione delle esperienze e delle conoscenze pregresse dei professionisti, inoltre, rischia di alimentare quella nociva separazione tra teoria e prassi, tra sapere e saper fare, che continua ad affliggere il lavoro sociale.
Proporre una formazione continua problematizzante, facendo riferimento all鈥檃ltra polarit脿 freiriana, che sappia ricomporre queste fratture, connettendo saperi ed esperienze professionali con le teorie scientifiche del lavoro sociale, 猫 la quanto auspica e propone la Formazione continua in Lavoro sociale del DEASS 精东影业.
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧婣l fine di aprire alcune piste riflessive, abbiamo scelto di intervistare Ombretta Zanon, professoressa all鈥橴niversit脿 degli Studi di Padova e alla 精东影业, che nel corso della sua carriera accademica si 猫 chinata a livello di ricerca e di insegnamento sulla formazione degli operatori sociali in molteplici contesti.
Proporre una formazione continua problematizzante, facendo riferimento all鈥檃ltra polarit脿 freiriana, che sappia ricomporre queste fratture, connettendo saperi ed esperienze professionali con le teorie scientifiche del lavoro sociale, 猫 la quanto auspica e propone la Formazione continua in Lavoro sociale del DEASS 精东影业.
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧婣l fine di aprire alcune piste riflessive, abbiamo scelto di intervistare Ombretta Zanon, professoressa all鈥橴niversit脿 degli Studi di Padova e alla 精东影业, che nel corso della sua carriera accademica si 猫 chinata a livello di ricerca e di insegnamento sulla formazione degli operatori sociali in molteplici contesti.
Prof.ssa Zanon, innanzitutto vorremmo chiederle alcune riflessioni iniziali sulla formazione continua nel lavoro sociale. Si tratta di una prassi formativa certamente particolare, che avviene con operatori e operatrici attive/i sul territorio e che, per professione, educano, assistono, curano o formano a loro volta. Quali sono le peculiarit脿 della formazione rivolta a questi professionisti? A quali approcci si pu貌 fare riferimento?
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧婰a formazione continua 猫 accomunata a qualsiasi altra situazione di apprendimento, come quella prettamente scolastica in et脿 evolutiva, dalla finalit脿 di accrescere conoscenze (area del sapere) e competenze (aree del saper fare e del saper essere), nella prospettiva di promuovere qualit脿 e innovazione sistematica nei servizi. Il coinvolgimento nella formazione di adulti esperti in specifiche aree professionali implica altres矛 il perseguimento, per ragioni insieme didattiche ed etiche, di un ulteriore obiettivo, che si fa poi principio metodologico fondamentale: l鈥檈mersione e la valorizzazione dei 鈥渟aperi dell鈥檈sperienza鈥 di cui i partecipanti sono portatori, da rimettere in circolo come fonte di nuovi apprendimenti per s茅 e per gli altri. Sostiene a questo proposito Laura Formenti: 芦Molti professionisti sono inconsapevolmente esperti: sanno leggere il mondo in base alle proprie azioni, nelle quali sono incorporate teorie, mappe e istruzioni per l鈥檜so, ma non lo sanno finch茅 qualcuno non glielo domanda e finch茅 non si confrontano con altre teorie e mappe禄 (2017, p. 17).
La formazione in contesti professionali amplifica cos矛 il riferimento, ormai trasversalmente diffuso in educazione, ad un approccio costruttivista e attivo nella relazione tra soggetto e oggetto della conoscenza gi脿 introdotto dall鈥檈pistemologia di Piaget e dal culturalismo di Bruner. Secondo questa concezione, imparare non consiste nel mero accrescimento di informazioni attraverso modalit脿 trasmissive adottate da 鈥渃hi sa鈥 verso 鈥渃hi non sa鈥, ma nella predisposizione da parte dei formatori di ambienti di apprendimento (che comprendono relazioni, attivit脿, strumenti e materiali, spazi e tempi) che facilitano il riconoscimento e la ristrutturazione dei propri schemi di conoscenza precedenti per fare spazio a saperi e capacit脿 ancora inedite, in un鈥檕perazione definita di 鈥渁ccomodamento鈥.
Va inoltre aggiunto che essere operatori nell鈥檃mbito dell鈥檌ntervento socioeducativo, costitutivamente e intenzionalmente 鈥渄ebole鈥 perch茅 rifugge da assiomi definitivi e posizionamenti gerarchici con l鈥檃ltro, espone pi霉 facilmente a vissuti emotivi propri e altrui che si presentano come incerti e difficili. Risulta pertanto quanto mai necessario per i professionisti disporre con regolarit脿 di occasioni formative favorevoli alla narrazione e alla pensosit脿 sulle pratiche e confortevoli anche nella comunicazione e nelle relazioni, in cui depositare fatiche, dubbi e domande. L鈥檃ttenzione 猫 rivolta in questo senso a contrastare una postura mentale e operativa che Dewey (2019) definisce 鈥渋rriflessa鈥 e che potrebbe indurre nell鈥檌ntervento meccanismi difensivi e tentazioni risolutorie unidirezionali, contrarie ai movimenti emancipatori e reciprocamente trasformativi che contraddistinguono la cura.
Il rapporto tra teoria e prassi 猫 sempre complesso e, tutt鈥檕ggi, lontano dall鈥檈ssere diffusamente risolto. C鈥櫭 chi sostiene il primato dell鈥檈sperienza, ritenendo che 猫 solo in essa che si rintracciano le possibilit脿 di costruire conoscenza, e chi 鈥 per riprendere una frase della filosofia tedesca 鈥 ritiene 鈥渢anto peggio per i fatti, se non si accordano con la teoria鈥. 脠 possibile uscire da questa antinomia?
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧婰a polarizzazione e separazione assolute tra 鈥渢eoria鈥 e 鈥減ratica鈥 sono radicate nella tradizione culturale occidentale fin dall鈥檈poca antica e sono tuttora presenti in un certo approccio formativo prevalentemente frontale e talvolta anche nelle rappresentazioni dei professionisti. La dicotomia irriducibile tra conoscenze e azioni 猫 di fatto irrealistica, dal momento che il 鈥渇are鈥 猫 sempre una derivazione del 鈥減ensare鈥. I comportamenti promanano infatti direttamente dalle 鈥渢eorie鈥 dell鈥檕peratore, intese sia come saperi formali e teorici attinti dallo studio, sia come universo soggettivo di significati, rappresentazioni e credenze, molte volte tacite e inconsapevoli, che appartengono alla propria storia personale, professionale e culturale. Compito della formazione in ambito socioeducativo 猫 quindi creare le condizioni perch茅 queste premesse epistemologiche vengano esplicitate, al fine di verificare se esse siano aggiornate e coerenti con le componenti di una relazione di aiuto autentica. Mezirow, teorico dell鈥檃pprendimento realmente trasformativo delle prospettive di significato e dei comportamenti che le sottendono, afferma infatti: 芦L鈥檃pprendimento si pu貌 definire come l鈥檜tilizzo di un鈥檌nterpretazione preesistente per costruire un鈥檌nterpretazione nuova o aggiornata del significato della propria esperienza che guider脿 l鈥檃zione futura禄 (2003, p. 19).
Nell鈥檃mbito dell鈥檃ndragogia, vale a dire degli orientamenti pedagogici alla base dei processi formativi dedicati agli adulti, sono stati sviluppati negli ultimi decenni dei modelli di apprendimento che assumono come materia essenziale proprio l鈥檃nalisi e la valutazione dell鈥檈sperienza. Tra questi, il 鈥渃iclo dell鈥檃pprendimento esperienziale鈥 teorizzato da Kolb (2003, 2015) risulta particolarmente funzionale per ispirare la programmazione di attivit脿 formative con operatori dei servizi della cura. Questo circuito comprende diverse dimensioni complementari e ricorsive che convergono verso lo sviluppo di nuove acquisizioni: a) l鈥檈sperienza concreta vissuta nei propri contesti, come tappa di avvio (e di ritorno) per l鈥檃pprendimento; b) l鈥檃uto-osservazione e la riflessione sull鈥檃gire; c) la concettualizzazione astratta e generalizzabile che si viene ad elaborare; d) la sperimentazione attiva delle conoscenze costruite. L鈥檃zione quindi si trasforma in sapere solo se diventa oggetto di una rilettura a ritroso in situazioni strutturate e didatticamente mediate.
Un ulteriore adattamento alla programmazione formativa con i professionisti dell鈥檃iuto di tale modello, che sembrerebbe prefigurare ancora un processo di cognizione prevalentemente individuale, prevede che la valutazione delle pratiche attuali sia nutrita anche dalla presentazione/richiamo di contenuti teorici attinenti alla specifica area tematica che si sta trattando. Attraverso questa stretta connessione tra i propri resoconti esperienziali e i saperi formali e scientifici, le persone in formazione non percepiscono questi ultimi come un insieme di informazioni astratte e quindi inutili o addirittura fonte di frustrazione, ma come degli strumenti direttamente spendibili - e quindi profondamente 鈥減ratici鈥 - nella propria realt脿 operativa, per orientarsi nelle scelte e decisioni e incrementarne di conseguenza l鈥檈fficacia. 芦In questo caso - afferma Luigina Mortari - si parla di prassi, intendendo per prassi un agire pratico illuminato da una teoria che si costruisce nel contesto dell鈥檃zione禄 (2003, p. 14).
Da ultimo, vorremmo chiederle una riflessione sull鈥檌ntreccio tra la dimensione individuale e quella di gruppo, connessa ai momenti della formazione. Se l鈥檃pprendimento 猫 sempre una situazione sociale e situata, ci貌 significa che in questo processo l鈥檌o soggetto incontra sempre un altro: nei contesti formativi, nei saperi, nei servizi in cui si opera. Quale pu貌 essere la dialettica formativa virtuosa che 猫 possibile generare tra individuo e gruppo?
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧婣nche se l鈥檃pprendimento 猫 un processo che alla fine si compie a livello necessariamente individuale e poi situato nel proprio specifico contesto, l鈥檃pproccio socio-costruttivista introdotto da Vygotskji (1954) conferma come la dimensione di scambio interpersonale sia fondamentale per innescare e consolidare i processi di conoscenza, a partire dal principio che il sapere ha una natura democratica e socialmente diffusa e distribuita. L鈥檃dozione esplicita di tale prospettiva dialogica e interattiva nella formazione con e soprattutto tra gli operatori del lavoro sociale comporta quindi delle scelte metodologiche che prevedono l鈥檕rganizzazione di setting collettivi di apprendimento, in cui la pluralit脿 dei punti di vista, competenze e risonanze emotive dei partecipanti in relazione alle aree tematiche approfondite viene messa in comune attraverso la proposta di tecniche di narrazione, discussione e negoziazione tra pari.
Dal momento che il formatore ha anche la responsabilit脿 di vigilare che la struttura gruppale, pur essendo un valore aggiunto cognitivo ed affettivo, non annulli le singole individualit脿 che la compongono, 猫 utile che il processo di apprendimento venga accompagnato nell鈥檈vento formativo attraversando delle fasi progressive:
- intra-soggettiva, con momenti di lavoro individuale che hanno l鈥檕biettivo di garantire l鈥檌mplicazione e il contributo di ogni partecipante rispetto alla propria specifica area di esperienza;
- inter-soggettiva, con confronti in sottogruppi numericamente ristretti, guidati da domande e spunti di riflessione, che prendono spesso avvio dall鈥檜tilizzo di strumenti narrativi o simbolici, per facilitare l鈥檈spressione di ciascuno, magari difficoltosa in plenaria, e l鈥檌nterazione con altri;
- meta-soggettiva, in cui gli esiti dei precedenti step vengono codificati in nuovi apprendimenti prodotti dalla 鈥渕ente collettiva鈥 che si 猫 venuta a creare nel percorso formativo condiviso, per essere poi riaffidati ad ogni partecipante per le successive rielaborazioni e sperimentazioni.
intervista a cura di Simone Romeo, docente professionista