Lorenzo Pezzoli
Intervista Lorenzo Pezzoli - DEASS
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Lorenzo Pezzoli 猫 Professore in psicologia applicata e Responsabile del Centro competenze psicologia applicata
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Negli ultimi anni, l鈥檃pproccio al tema della salute mentale e del disagio psichico sembra essere cambiato molto. Gi脿 l鈥檃lternanza di questi due termini, tanto nel panorama sociale quanto in quello scientifico e specialistico, segnala una polisemia concettuale dai risvolti culturali: di cosa parliamo, oggi, quando parliamo di benessere e malessere psichico? Di una questione che riguarda la salute e il benessere generale, ma anche di una condizione particolare di disagio e/o di sofferenza? Non si tratta di una questione unicamente semantica: anche la percezione del fenomeno, con questo allargamento concettuale, si 猫 oggi modificata. Da un lato, nel discorso pubblico 鈥 che oggi avviene in larga parte sui social media 鈥 si parla sempre di pi霉 di disagio psichico e del proprio disagio; dall鈥檃ltro, a questo aumento non sembrano corrispondere altrettante forme di significazione. Si resta ancora ingabbiati, dunque, in costrutti di salute lineari, problematici e spesso connessi alle dinamiche e alle fluttuazioni del mercato.
Per il lavoro sociale la questione dell鈥檃umento delle forme di disagio psichico risulta di stretta attualit脿 e pone molteplici questioni. In molti servizi e istituzioni educative, infatti, vi 猫 la percezione di un accresciuta diffusione di forme di sofferenza psichica, dovuta a un insieme di fattori connessi alle pressioni performative della realt脿 sociale, all鈥檌ndebolimento e alla riformulazione di alcuni legami e reti relazionali, cos矛 come a un insieme di compiti di costruzione della propria vita e della propria identit脿 che oggi vanno sopportati sempre pi霉 in solitudine.
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La Formazione Continua della 精东影业 organizza un CAS dal titolo 鈥淒isagio psichico: dal paradigma dell鈥檃ssistenza al modello dei diritti in salute mentale鈥, volto a offrire a chi opera in ambito psichiatrico o in servizi diversi (adolescenza, disabilit脿, Servizi sociali, curatori鈥) saperi, competenze e strumenti specifici per affrontare questo disagio nella pratica del lavoro socioeducativo. Il percorso formativo, promosso in collaborazione con L鈥橝ssociazione Ticinese delle Istituzioni Sociali (ATIS), accompagner脿 i partecipanti attraverso le tappe che partono proprio dalla comprensione e arrivano alla co-progettazione, approfondendo innovativi approcci e metodologie operative e di gestione della relazione, per intervenire in modo proattivo nel campo della salute mentale.
Per iniziare a riflettere su alcune tematiche di quest鈥檃rea del lavoro socioeducativo abbiamo rivolto alcune domande al prof. Lorenzo Pezzoli, psicologo e psicoterapeuta, docente presso il DEASS 精东影业 e Professore responsabile dell'Unit脿 di psicologia applicata, responsabile scientifico del CAS insieme a Patrizio Broggi.鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧
Per il lavoro sociale la questione dell鈥檃umento delle forme di disagio psichico risulta di stretta attualit脿 e pone molteplici questioni. In molti servizi e istituzioni educative, infatti, vi 猫 la percezione di un accresciuta diffusione di forme di sofferenza psichica, dovuta a un insieme di fattori connessi alle pressioni performative della realt脿 sociale, all鈥檌ndebolimento e alla riformulazione di alcuni legami e reti relazionali, cos矛 come a un insieme di compiti di costruzione della propria vita e della propria identit脿 che oggi vanno sopportati sempre pi霉 in solitudine.
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La Formazione Continua della 精东影业 organizza un CAS dal titolo 鈥淒isagio psichico: dal paradigma dell鈥檃ssistenza al modello dei diritti in salute mentale鈥, volto a offrire a chi opera in ambito psichiatrico o in servizi diversi (adolescenza, disabilit脿, Servizi sociali, curatori鈥) saperi, competenze e strumenti specifici per affrontare questo disagio nella pratica del lavoro socioeducativo. Il percorso formativo, promosso in collaborazione con L鈥橝ssociazione Ticinese delle Istituzioni Sociali (ATIS), accompagner脿 i partecipanti attraverso le tappe che partono proprio dalla comprensione e arrivano alla co-progettazione, approfondendo innovativi approcci e metodologie operative e di gestione della relazione, per intervenire in modo proattivo nel campo della salute mentale.
Per iniziare a riflettere su alcune tematiche di quest鈥檃rea del lavoro socioeducativo abbiamo rivolto alcune domande al prof. Lorenzo Pezzoli, psicologo e psicoterapeuta, docente presso il DEASS 精东影业 e Professore responsabile dell'Unit脿 di psicologia applicata, responsabile scientifico del CAS insieme a Patrizio Broggi.鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧
Professor Pezzoli, quali sono, a suo avviso, le tematiche connesse alla salute mentale che ritiene pi霉 significative nella nostra contemporaneit脿? E quali le principali sfide che il lavoro socioeducativo si trova ad affrontare nell鈥檃mbito del disagio psichico?
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧婸artirei da quello che oramai dieci anni fa a Olten, di tempo ne 猫 oramai passato ma le questioni sollevate restano ancora attuali, era stato condiviso come manifesto relativo alla salute mentale dalla Swiss Public Health Conference al suo terzo incontro di rete. Qui, con chiarezza, gli estensori del documento finale avevano ribadito alcuni punti molto significativi per riferirsi alla salute mentale. Tra questi vorrei sottolinearne alcuni. Il primo 猫 che la salute mentale 猫 un processo complesso, ovvero qualcosa che riguarda diverse dimensioni dell鈥檜mano (emotiva, cognitiva, sociale鈥), non riducibili a una questione o all鈥檃ltra come, in altri tempi della storia, ma anche dell鈥檃ttualit脿, 猫 capitato di fare indicando quel tale aspetto o quella specifica caratteristica o evento come fattore determinante per la salute mentale. In queste composite e complesse dimensioni si sviluppa e si articola la salute mentale per cui la cura di tale processo, che non 猫 altro che la vita delle persone nel suo dipanarsi, diventa il tema centrale di attenzione per tutti gli operatori attivi nel campo sociosanitario, e la crisi di qualunque passaggio o snodo pu貌 incidere sulle condizioni della persona e sul suo benessere. Proprio per la sua dimensione processuale, il secondo punto sollevato dal manifesto della Swiss Public Health Conference sottolinea che non ci pu貌 essere salute senza salute mentale, superando l鈥檕ramai tradizionale dicotomia tra salute fisica e salute psichica e sottolineando, se ce ne fosse ancora bisogno, il profondo legame tra le due. Da questo deriva inevitabilmente il fatto che tutti coloro che sono attivi in questi ambiti 猫 necessario che abbiano una competenza sui temi della salute mentale. Tutto ci貌 pu貌 sembrare una cosa scontata per chi lavora direttamente nell鈥檃mbito socio-educativo, lo 猫 forse meno per tutti coloro che sono attivi nei campi del somatico o del sociale non direttamente orientati alla salute mentale. Ma c鈥櫭 di pi霉 in questa considerazione che leggo come un monito e una richiesta di particolare attenzione da parte dei curanti: che non 猫 possibile accontentarsi di un corpo ben funzionante, per dirla sbrigativamente, per desumere o derivarne uno stato di benessere psicologico. Mens sana in corpore sano lo possiamo ancora tenere come buon monito e come confortevole principio, ma senza illuderci che un corpo sano sia di per s茅 garanzia di un altrettanto sana mens.
Le sue ultime parole sembrano richiamare ci貌 che Bauman nel 1999 ebbe a definire 鈥渋l corpo come compito鈥 nel suo libro La societ脿 dell鈥檌ncertezza. A questo imperativo si accompagna la ricerca di figure esterne esperte 鈥渟pecializzate鈥, in grado di fornire ricette buone per tutte le stagioni che, tuttavia, spesso non tengono conto della complessit脿 del soggetto e della stessa salute mentale, non praticando prassi di ascolto e di comprensione. Che spazio rimane, allora, per la cittadinanza e per operatrici e operatori?
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧婸roprio perch茅 la salute mentale 猫 abitata da processualit脿, complessit脿 e trasversalit脿 essa rappresenta, ulteriore punto della Swiss Public Health Conference, una sfida continua in ogni tempo della vita, in ogni suo snodo, dove risorse o problemi possono proteggere o attivare dinamiche capaci di declinare verso condizioni critiche. In fondo, quello che ricavo da quel lontano messaggio e da quell鈥檃ntico richiamo del 2014 di Olten, 猫 che occuparsi di salute mentale sia un qualcosa affidato a qualunque operatore attivo nelle realt脿 sociali ed educative e, in fondo, a qualunque cittadina o cittadino. Un compito di responsabilit脿 rivolto all鈥檌ntera societ脿 e dunque, un richiamo collettivo o, meglio, comunitario alla responsabilit脿 di cura e di attenzione volta a fattori che possono incidere su di essa. L鈥檕peratore sociale, abitando professionalmente i luoghi del quotidiano, lavorando in ambiti dove si fanno chiari potenziali fattori di vulnerabilit脿 o dove incidono variabili di criticit脿 per la salute mentale, pu貌 essere investito di ruoli preventivi o di efficaci strumenti di intervento precoce, ma anche di responsabilit脿 sul contesto e sulle dinamiche, soprattutto quelle di marginalizzazione e solitudine che sappiamo avere un鈥檌nfluenza non piccola sul benessere delle persone. Direi allora che le sfide che sento pi霉 urgenti e attuali per il lavoro socioeducativo relativamente alla salute mentale siano, oggi in particolare, soprattutto quelle di presenza: essere l矛 dove le persone vivono e, a volte, soffrono, fuori dagli uffici confortanti (reali e metaforici) dei servizi, capaci di andare (e vedere) al di l脿 delle procedure standardizzate che ogni lavoro tende a cristallizzare, spegnendo o raffreddando la sensibilit脿 dell鈥檕peratore che le attua; e poi occorre una particolare capacit脿 di permanere nella presenza, ovvero di stare a contatto con la sofferenza avendo cura di s茅 e dei propri processi interiori per poter garantire seguito e vicinanza efficaci ai propri interlocutori; aggiungiamo, a presenza e capacit脿 di stare nella presenza, la cura dell鈥檃scolto, perch茅 le lingue parlate dalla sofferenza sono molteplici e non sempre facilmente decifrabili; per questo occorre un esercizio continuo di cura dell鈥檃scolto per leggere quello che viene chiesto, non solo a parole, per cogliere quello che viene riferito e vedere quanto viene mostrato che, nella gran parte dei casi, 猫 un corpo psichico invisibile, per nulla evidente, rispetto a quello fisico. Un corpo invisibile che ha segni e specificit脿 di manifestazione della sofferenza che necessitano conoscenze mirate e coltivate. Aggiungerei, tra le sfide per il lavoro socioeducativo, quella dei diritti con la vigilanza continua sugli stessi. Infatti, la sofferenza psichica, ha capacit脿 di eroderli rendendo la persona, oltre che vulnerabile, fragile. Esposta cio猫 all鈥檃ndare in pezzi, al perdere i riferimenti, anche di s茅 stessa. Tutti siamo vulnerabili, la vulnerabilit脿 猫 la condizione della nostra apertura al mondo, agli altri, alle relazioni. Ma non tutti e non sempre si 猫 fragili. La fragilit脿 猫 quella condizione specifica per la quale una ferita non provoca solo dolore ma destruttura e invalida. E poi c鈥櫭 la grande sfida allo stigma e alla marginalizzazione che si lega, 猫 facile comprenderne il motivo, con la questione dei diritti appena citata. Aggiungerei in ultimo, ma l鈥檕rdine non rispetta l鈥檌mportanza di questo sommario elenco perch茅 ciascuna di queste sfide ha un posto privilegiato nell鈥檃mbito socioeducativo, aggiungerei l鈥檃ttenzione e la cura al proprio mondo interno, la vigilanza ai personali processi interiori. La sofferenza psichica ha lo straordinario potere di risvegliare parti di s茅 esposte, fragili, irrisolte, claudicanti. Per questo, un uguale investimento di cura va rivolto a s茅 stessi e al proprio percorso personale oltre che professionale. Supervisione, formazione, aggiornamento e continuo scambio tra professionisti del settore, tutte queste cose aiutano in tale processo di cura continua per mantenere vive e operanti, nel proprio lavoro, le funzioni educative e di accompagnamento.
Negli ultimi anni, rispetto al tema della salute mentale, vi sono stati molti cambiamenti a livello scientifico e professionale, ma anche a livello sociale e mediatico. Accanto al permanere delle forme stigmatizzazione da lei richiamate rispetto alla sofferenza psicologica, infatti, si affiancano un aumento della condivisione, esposizione e rivendicazione del proprio disagio e, talvolta, dei propri percorsi terapeutici. Cosa significano queste trasformazioni per il lavoro socioeducativo?
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧婦i salute mentale oggi si parla molto, in molti contesti, non sempre con cognizione di causa o con le dovute attenzioni. 脠 diventato, la mia impressione 猫 questa, un grande calderone dove mettere molti contenuti relativi alla crisi della nostra societ脿, a volte confondendo cause con effetti o sovrapponendo questioni diverse. Come spesso succede nel dibattito di questi anni, le posizioni tendono a polarizzarsi, avviene per qualunque tema e per svariate questioni. Il tutto in un contesto di estrema semplificazione della complessit脿, da dito in su o dito in gi霉 tipico del mondo dei social. Si estremizzano le posizioni per cui, da un lato, si stigmatizza e si esclude, si usa l鈥檃rma del 鈥渘on essere in linea con la maggioranza鈥 per legittimare la messa a margine di qualcuno attribuendogli pure la responsabilit脿 della propria esclusione. Cosa che apre alla grande questione di cosa sia la normalit脿, non sempre indicatore e garanzia di benessere. E poi si solleva invece dalla stessa responsabilit脿 chi (persona o societ脿 che sia) non sembra essere in grado di accogliere diversit脿, sofferenza, fatica di percorso di altre persone, anche loro parte della stessa comunit脿 nella quale si vive. Dall鈥檃ltro lato, come movimento simmetrico quasi a controbilanciamento del primo, si enfatizza, a volte si estremizza senza apparenti limiti, l鈥檈sposizione pubblica della sofferenza vissuta, perdendo discrezione e cura di s茅, fino ad arrivare a forme di rivendicazione del personale disagio quasi che esso, cos矛 esposto e condiviso, non sia pi霉 tale o sia pi霉 tollerabile. Ci si allontana in questo modo dal processo intimo di accoglienza ed elaborazione dello stesso. 脠 un tema delicato questo, forse troppo complesso per essere risolto nello spazio di un鈥檌ntervista. Emerge qui un filone di riflessione sensibile che 猫 quello della mancata tutela (in primis, a volte, della persona stessa) della propria intimit脿, tema attualissimo rispetto alla vita dei/nei social. Tutto ci貌 succede forse nella speranza che nel trasformare la personale sofferenza in qualcosa di diverso (e di pubblico), si possa in qualche modo attenuarne l鈥檌mpatto su di s茅 o gestirla meglio. Un鈥檕perazione che, in maniera un po鈥 paradossale, faccia diventare altro da quello che tale sofferenza 猫 per poterci convivere, oppure per accettarla come parte di s茅 ed avviare, sentendosene autorizzati attraverso tale passaggio pubblico di consenso e sostegno, un processo di integrazione. Ma il processo che si innesca 猫 in fondo il medesimo della stigmatizzazione, solo che opera nella polarit脿 opposta. Infatti, in entrambi i casi, si affida (o viene affidato) alla dimensione pubblica qualcosa di intimamente personale e profondo: dimensione pubblica che pu貌 operare come sostegno ma anche come condanna oppure oscillare pericolosamente tra le due, per dirla in maniera kafkiana. In questo modo, tutti coloro che ne sono coinvolti, come i signori K dello scrittore praghese, restano sospesi, in attesa che arrivi il giudizio di promozione (猫 il caso dell鈥檃grimensore de Il Castello) o di stigmatizzazione (come per il protagonista de Il Processo). C鈥櫭 un effimero in tutto ci貌, associato ad una minaccia rispetto ai processi di accoglimento della sofferenza psichica che predilige invece spazi diversi, privati, intimi, personali, fatti di relazioni in carne e ossa e di vicinanza autenticamente interessata, nel senso di mossa all鈥檌nteresse profondo per l鈥檃ltro e la sua fatica esistenziale. In questa polarit脿 tra stigma e sostegno pubblico i due estremi diventano simili; lo diventano nella loro superficialit脿 anche se gli effetti possono essere tutt鈥檃ltro che superficiali come si vede bene laddove c鈥櫭 stigmatizzazione che aggiunge ulteriori elementi di aggravio alla sofferenza personale.
Come si dipanano queste tematiche nella vita di tutti i giorni? Si tratta, in fondo, della dimensione in cui si collocano tanto il lavoro educativo, quanto la psicologia applicata.
鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧鈥嬧赌嬧赌嬧赌嬧赌嬧嬧婼ono temi che abitano la quotidianit脿 delle persone, temi che nascono, si sviluppano, a volte precipitano, proprio nei luoghi della quotidianit脿 capaci, come nessun altro, di esacerbare dinamiche e sviluppare malessere. La psicologia applicata studia ed interviene in questi ambiti cercando risposte efficaci, mediando soluzioni e affrontando processi volti al benessere e al miglioramento delle condizioni delle persone proprio l脿 dove vivono. Anche il lavoro educativo 猫 chiamato a operare nella medesima quotidianit脿 e a dare profondit脿 alle domande di aiuto che via via emergono in essa. Questo nel senso di offrire tempo, spazio psichico, possibilit脿 di approfondimento e di esplorazione relativamente alla propria condizione, accompagnando le persone nell鈥檃ttraversamento del disagio manifestato. A proposito di processi di marginalizzazione, di esclusione e di stigmatizzazione, che accelerano e aggravano condizioni di sofferenza e malattia, c鈥櫭 una grande storia che ci arriva dall鈥檃ntichit脿, dalla Grecia del Quinto secolo avanti Cristo, per essere precisi dalla tragedia sofoclea del Filottete: arciere ed eroe che, nel momento in cui diventa un peso per la sua comunit脿 a seguito di una ferita al piede, maleodorante e dolorosa, viene abbandonato da essa, solo, su un鈥檌sola. Troppa la puzza ed eccessivi i lamenti dell鈥檈roe ferito. In fondo la storia racconta - nemmeno troppo in controluce - la parabola di chi, come l鈥檈roe tragico, dopo l鈥檈sperienza di successo e affermazione, a causa delle proprie condizioni di malattia, viene escluso da quella stessa comunit脿 alla quale aveva precedentemente dato importanti contributi e sostegno. La parte che mi interessa qui sottolineare di questa vicenda, riferita ai processi di stigmatizzazione, 猫 proprio la narrazione sofoclea che ha come tema il recupero di questo eroe oramai esiliato dal suo conteso sociale perch茅 vissuto come 鈥渇astidioso鈥 e inutile. L鈥檃ntefatto 猫 che la guerra di Troia 猫 oramai entrata in una situazione di stallo, la profezia dice che tale impasse potr脿 essere risolta e vinta solo grazie all鈥檌ntervento di Filottete e del suo arco. La comunit脿 manda allora il figlio di Achille assieme all鈥檃stuto Ulisse a recuperare l鈥檈roe ferito ed emarginato con lo scopo di concludere la guerra in corso vincendola. Al di l脿 delle moltissime riflessioni attorno a questa vicenda sulla quale, anni fa, ho avuto modo di svolgere un semestre di approfondimento con gli studenti di lavoro sociale del terzo anno assieme ai membri del Club 鈥74 presso l鈥橭rganizzazione sociopsichiatrica cantonale, il messaggio che ne scaturisce 猫 che la guerra (ma possiamo parlare modernamente di sfide sociali e comunitarie) pu貌 essere vinta solo attraverso la reintegrazione di chi 猫 stato messo al margine, di chi 猫 stato ritenuto inutile e quindi escluso. Un messaggio che fa riflettere, anche per il tempo dal quale ci raggiunge con tutta la sua immutata forza. E se questo messaggio lo prendiamo in metafora colpisce ancora di pi霉. Infatti, significa che ogni societ脿, perch茅 possa espandersi, crescere, allargare il proprio perimetro (culturale, di benessere, di sviluppo, ecc. ecc.), si spera senza ricorrere alla violenza e alla guerra, necessita proprio dell鈥檌ndispensabile contributo di coloro che ha messo da parte, ha bisogno dell鈥檃pporto di chi 猫 stato ritenuto un peso o un inutile fardello. Come se, senza di queste persone, non ci fosse possibilit脿 effettiva di sviluppo per la comunit脿. 脠 attraverso l鈥檌ntegrazione degli ultimi, dei marginali, degli esclusi che si apre un futuro luminoso per la societ脿, perch茅 queste persone possono rappresentare una risorsa indispensabile, una voce unica e preziosa, un fattore di maturazione capace di superare nuove frontiere e nuove sfide che il tempo sempre riserva. Ma questo vale anche a livello individuale; si cresce solo integrando dentro di s茅 le proprie parti emarginate, ritenute deboli, facendo spazio a quelle voci profonde che, se ascoltate, danno lo stimolo e lo slancio ad una autentica crescita e mostrano aspetti trascurati che possono invece diventare la risorsa per affrontare le nuove sfide della vita. Una crescita non fondata sul facile consenso pubblico in stile social, ma sulla progressiva espansione della conoscenza e della consapevolezza di s茅.
intervista a cura di Simone Romeo, docente professionista